Peli corpo umano: scienza, cultura e differenze tra uomo e donna
- nonsolodonnas
- 18 nov
- Tempo di lettura: 4 min
Peli peli corpo umano: manuale d’uso di un incompreso
I peli sono un argomento strano: ce li abbiamo tutti, sono ovunque, sono fondamentali…
eppure passiamo mezzo della vita a estirparli, bruciarli, strapparli, insultarli.
Partiamo da qui: i peli non sono un difetto, sono una struttura anatomica. Il difetto, semmai, è il rapporto che ci hanno insegnato ad avere con loro.
Un po’ di scienza: cosa sono davvero i peli
Ogni pelo nasce da un follicolo pilifero, una piccola fabbrica inserita nella pelle. È collegato:
a una ghiandola sebacea (che produce sebo);
a un piccolo muscolo (quello che fa venire la pelle d’oca);
a una rete di vasi sanguigni e nervi.
La crescita dei peli segue cicli:
Anagen: fase di crescita attiva.
Catagen: fase di transizione.
Telogen: fase di riposo e caduta.
Questi cicli sono modulati da ormoni, genetica e zona del corpo.
Per questo i peli delle sopracciglia non diventano una frangia e quelli delle gambe sì.
Uomo donna a confronto : non è una questione di quantità, ma di qualità
Sfatiamo la prima bugia:
Gli uomini hanno più peli delle donne.
Falso in modo elegante.
In media, la densità dei follicoli non è così diversa.
La grande differenza è come quei follicoli rispondono agli ormoni, in particolare agli androgeni (testosterone & co).
Nell’uomo, molti follicoli diventano terminali: pelo più spesso, più pigmentato, più lungo.
Nella donna, i follicoli in tante zone restano vellus: peli sottili, chiari, corti… finché ormoni, età, farmaci o squilibri ormonali non cambiano le regole del gioco.
Quindi non è che l’uomo “nasce peloso” e la donna “nasce liscia”.
È che la risposta ormonale rende i peli maschili più “presenti”, più visibili, più… teatrali.
E qui entra la parte divertente:
Un uomo con torace peloso è “virile”.
Una donna con due peli sul mento è in crisi esistenziale.
Non è biologia. È cultura.
Evoluzione: a cosa servono i peli (prima che inventassimo il laser)
In origine, i peli avevano compiti molto seri:
Protezione termica: trattenere il calore.
Protezione meccanica: ciglia, sopracciglia, peli del naso come filtri contro polvere e corpi estranei.
Comunicazione chimica: peli + ghiandole = odori, feromoni, segnali sociali.
Tattile: i peli sono antenne sensoriali, percepiscono il minimo movimento dell’aria.
Poi abbiamo inventato: riscaldamento, vestiti, profumi, filtri Instagram…
Il problema è che il corpo non è stato avvisato e i peli sono rimasti al loro posto.
Il pelo nella storia: tra sacro, sporco e seduzione
I peli sono stati:
potere (barbe di re, filosofi, guerrieri);
peccato (donna pelosa = poco “pura”);
status sociale (depilazione nell’antico Egitto, Roma, Grecia: dovevi poter “perdere tempo” a toglierti i peli).
Nella cultura contemporanea occidentale:
Uomo peloso: accettato, a volte esaltato.
Donna pelosa: “trascurata”, “non curata”, “esagerata”, “militante”.
Quindi la differenza uomo/donna non è nei follicoli.
È negli occhi di chi guarda e nelle regole sociali che abbiamo assorbito senza accorgercene.
Pelofobia moderna: il pelo come reato estetico
La pressione estetica, soprattutto sulle donne, è chirurgica:
gambe lisce,
ascelle lisce,
inguine perfetto,
viso immacolato.
La “normalità” è diventata assenza di peli.
E attenzione: questo non è un invito al “via tutti i peli” o “lasciamoli tutti”.
È un invito a scegliere.
La domanda sana non è:
Sono a posto?
ma
Sto facendo questo per me,
o per paura del giudizio?
Perché parliamo di qualità del pelo
In istituto tu lo sai bene: non tutti i peli sono uguali.
La qualità del pelo cambia:
diametro (sottile, spesso),
colore (chiaro, scuro),
profondità del follicolo,
risposta agli ormoni.
E queste caratteristiche:
determinano la risposta alla depilazione;
influenzano la scelta del metodo: cera, laser, epilazione progressiva, ecc.
Un uomo può avere peli più grossi, ma una donna con iperandrogenismo avrà peli femminili in “versione maschile”: spessi, scuri, resistenti.
Non è “meno donna”, è un assetto ormonale diverso, che va capito, non giudicato.
Il pelo come specchio ormonale
I peli sono anche un indicatore di salute:
cambiamenti rapidi nel numero o spessore dei peli;
comparsa di peli in zone “nuove” (viso, mento, petto nelle donne);
diradamento eccessivo in altre zone.
Possono segnalare:
squilibri ormonali,
problemi tiroidei,
sindrome dell’ovaio policistico,
uso di certi farmaci.
E qui l’estetica non basta: serve collaborazione con il medico.
Un buon centro estetico non si limita a togliere il pelo, nota, segnala, orienta.
Società, peli e libertà personale
Siamo arrivati al punto chiave:
il pelo è politico.
Perché racconta:
il nostro rapporto con il corpo,
la libertà di scegliere come mostrarci,
il peso del giudizio sociale.
La libertà non è:
tutte depilate ,o tutte pelose
La libertà è:
Decido io, consapevolmente, cosa fare con il mio corpo.
Conoscere la biologia dei peli serve per disinnescare il senso di colpa:
non sei sbagliata se hai peli, non sei superficiale se li togli.
Sei stanca solo se lo fai senza pensarci.
Ironia finale: curriculum di un pelo medio
Se i peli potessero scrivere un CV, sarebbe così:
Nome: Pelo corporeo medio
Competenze:
– protezione termica
– protezione meccanica
– trasmissione sensoriale
– scatenare insicurezze immotivate
Esperienze lavorative:
– licenziato da ceretta, rasoio, laser, luce pulsata
– riassunto dopo 3 settimane
Conclusione: i peli tornano. Quello che dovrebbe cambiare, ogni volta, è il nostro modo di guardarli.
Se ti riconosci in qualcuno di questi aspetti o vuoi raccontare la tua esperienza personale sul tema dei peli e della depilazione, lascia un commento qui sotto. Il confronto aiuta tutte noi a capire meglio il nostro corpo e a scegliere con consapevolezza ciò che ci fa stare bene.
Scritto da Silvana Grippi
Titolare e fondatrice di Non Solo Donna – Palermo
Specializzata in estetica avanzata, benessere psicosomatico e protocolli personalizzati viso-corpo.



























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